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Quando vi rivolgete a un avvocato per sottoporre una questione giuridica, l'avvocato deve attenersi scrupolosamente a una serie di norme e regole che vengono imposte dalla legge e dalla deontologia.
Tra gli obblighi più noti rientrano:
1) l'obbligo di sottoporre al cliente un preventivo, in forma scritta, contenente la prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfetarie e compenso professionale;
1.1) deroghe all'obbligo: l'avvocato non è tenuto a fornirvi il preventivo scritto quando vi sono prestazioni che debbono rendersi nell'immediato. Ad esempio:
una consulenza relativamente a possibili strategie stragiudiziali da adottare, consulenza la cui complessità varia da caso a caso (es. una società di capitali che vuole aprire una succursale all'estero necessita di una consulenza molto più dettagliata e complessa rispetto a una persona fisica che chiede il limite di distanza per costruire sul confine). In questo caso, la complessità della consulenza e il fatto che la stessa si esaurisca in un unico contesto, rendono impossibile stabilire un valore preventivo;
un atto urgente (cautelare) che rende impossibile lo studio preliminare del preventivo;
un procedimento (penale) per direttissima perché in questo caso l'avvocato viene convocato immediatamente dopo l'arresto;
2) l'obbligo di informare il cliente dell'esistenza del patrocinio a spese dello Stato (che a livello colloquiale viene chiamato anche "gratuito patrocinio") e che ne possono beneficiare i soggetti che sono al di sotto di una determinata soglia di reddito stabilita dalla legge;
3) l'obbligo di informare il cliente dell'esistenza di procedimenti alternativi (rispetto al giudizio davanti all'Autorità giudiziaria) alla risoluzione delle controversie, chiamate ADR. Ad esempio la mediazione o la negoziazione assistita da uno o più avvocati. Questi procedimenti alternativi sono incentivati anche con benefici di natura fiscale;
4) l'obbligo di tenere aggiornato il cliente in merito alla controversia e di eventuali proposte transattive avanzate dalla controparte;
5) l'obbligo di depositare tempestivamente gli atti processuali;
6) l'obbligo di informare immediatamente il cliente della notifica della sentenza e, in caso di soccombenza (ossia l'autorità giudiziaria ha emesso sentenza sfavorevole) dei termini per impugnare;
7) al termine della causa, il cliente ha diritto ad ottenere la restituzione di tutta la documentazione fornita;
8) il diritto di revocare il mandato all'avvocato.
A questo link troverete il codice deontologico che l'avvocato deve osservare https://www.consiglionazionaleforense.it/deontologia#:~:text=La%20deontologia,avvocati%20e%20con%20altri%20professionisti.
L'avvocato è un libero professionista pertanto non esiste un limite massimo che possa chiedere per la sua consulenza o rappresentanza in giudizio.
Avvocati di una certa esperienza, con un nome noto o che magari si occupano di settori di "nicchia" hanno, tendenzialmente, onorari più alti rispetto ad altri colleghi.
Gli onorari che vengono applicati ai nostri clienti sono quelli previsti dai parametri forensi del D.M. 55/2014 che potete trovare qui sotto.
Si sottolinea che l'avvocato va pagato indipendentemente dal fatto che "vinca" o "perda" la causa. L'obbligazione dell'avvocato si sostanzia nel rappresentare la parte nel giudizio che la vede coinvolta e il suo diritto a ricevere il compenso sorge quando riceve il mandato a rappresentare il cliente.