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Nel caso in cui si scelga di scrivere un testamento è necessario prestare attenzione alla successione testamentaria che viene anche chiamata "la quota di legittima".
Per sapere come vengono assegnati i beni nel caso in cui non ci sia il testamento, clicca qui oppure contattaci per consulenza legale specifica.
Le quote di legittima sono porzioni di patrimonio ereditario che la legge riserva a determinati soggetti chiamati legittimari, e che se non vengono rispettate nelle disposizioni testamentarie fanno sorgere il diritto del legittimario a chiedere la sua parte al giudice.
I legittimari, ossia i soggetti che possono esigere una quota del patrimonio del defunto, sono solamente ed esclusivamente:
a) il coniuge
b) i figli
c) gli ascendenti (i genitori) in mancanza di figli.
Tutti gli altri, fratelli/sorelle, cugini, zii, nipoti (figli di fratelli o sorelle) NON possono esigere alcunché.
L'ammontare della quota di riserva viene stabilita dal codice civile, e nello specifico:
1) successione con coniuge e figli.
Esempio 1.1. Tizio è sposato e ha un solo figlio. Le quote sono così divise 1/3 al coniuge, 1/3 al figlio, 1/3 a chiunque voglia il testatore.
Esempio 1.2. Tizio è sposato e ha due figli. Le quote sono così divise 1/4 al coniuge, 2/4 complessivi ai figli (quindi 1/4 ciascuno) e 1/4 a chiunque voglia il testatore.
Esempio 1.3. Tizio è sposato e ha tre figli. Le quote sono così divise 1/4 al coniuge, 2/4 complessivi ai tre figli (quindi 2/12 ossia 1/6 ciascun figlio) e 1/4 a chiunque voglia il testatore.
2) successione di soli figli.
Esempio 2.1. Tizio è divorziato e ha tre figli. Ai figli spetta la quota di 2/3 del patrimonio, quindi 2/9 ciascuno, e 1/3 a chiunque voglia il testatore.
3) successione di solo coniuge. Al coniuge superstite spetta la quota di 1/2 del patrimonio, la restante metà può essere assegnata a chiunque voglia il testatore.
4) successione di coniuge e ascendenti.
Tizio fa testamento, era sposato e senza figli, e aveva i genitori in vita. Alla vedova va la quota di metà, ai genitori di Tizio la quota di 1/4 complessiva, il restante quarto va a chiunque voglia Tizio.
Ebbene sì, gli eredi (o più precisamente, i coeredi) possono litigare e spesso accade.
Magari perché il figlio si sente depauperato del suo legittimo diritto a succedere, o forse perché la casa che riceve ha meno valore commerciale rispetto alla casa ricevuta dal fratello, o magari preferiva i soldi del conto corrente anziché il quadro di Picasso che gli è stato assegnato, o magari il fratello aveva già ricevuto delle donazioni e ritiene che la sua quota dovrebbe essere maggiore rispetto al fratello "preferito", o magari...
La casistica giurisprudenziale è vasta, varia e ogni giorno c'è una nuova pretesa. Anche volendo rispettare le quote che il codice civile assegna ai legittimari, rimane il problema che le quote devono essere tradotte in termini economici.
Per dirlo in altri termini, quanto vale la casa? il terreno? quanto vale la macchina?
Siamo sicuri che il valore della casa sia esattamente uguale alla quota di 1/4 dell'intera massa relitta (ossia l'asse ereditario)? Chi lo decide il valore? Come faccio a sapere a quanto ammonta la mia quota di diritto?
Inoltre bisogna tenere in debito conto che una persona può scrivere il testamento diversi anni prima di morire. Quindi un bene che oggi vale 100, e che nel testamento viene assegnato al figlio, tra dieci anni, quando il testatore verrà a mancare, potrebbe valere 10 oppure 1000.
Come si può essere sicuri di fare le cose "fatte bene" ed evitare che gli eredi si accapiglino e polverizzino il patrimonio ereditario in avvocati e processi?
Un modo per affrontare queste tematiche estremamente delicate è quello di chiedere una consulenza legale che possa guidarvi in questo mondo estremamente complesso, delicato e variegato della successione testamentaria .
La vera consulenza si contraddistingue perché viene ritagliata sul singolo individuo, sul suo patrimonio e sulla sua famiglia.
Le esigenze di una persona che esercita l'attività imprenditoriale sono diverse rispetto a quelle di una persona che svolge un lavoro dipendente, così come le esigenze di una persona sposata sono diverse rispetto a quelle di una persona in stato libero. Per capire quale strumento sia migliore per la vostra situazione è necessario studiare il vostro caso e offrirvi soluzioni concrete.
Forse potrebbe essere opportuno disporre di donazioni in vita a favore di legittimari, oppure stipulare un patto di famiglia, oppure creare una società in cui vengano fatte confluire tutte le attività di famiglia e gli utili vengano distribuite tra i famigliari, oppure potrebbe essere opportuno stipulare un contratto di mantenimento, ...
Esistono svariate e quasi infinite combinazioni che vi permettono di raggiungere lo scopo da voi prefissato, l'unica cosa da fare è analizzare insieme i vostri obiettivi e scegliere lo strumento migliore per raggiungerli.
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